I giovani sono abituati spesso a trovarsi di fronte adulti che si elevano a maestri incontestabili o, al contrario, che scelgono una via di fuga precipitosa di fronte alle proprie responsabilità di educatori invece di sollecitare domande o provocare interrogativi.
Altri si soffermano in un atteggiamento sterile di denuncia, accusando le nuove generazioni di galleggiare nel nulla.
Alcuni giovani quindi possono essere tentati di fuggire dalle responsabilità: negli illusori mondi dell’alcool e della droga, nelle fugaci relazioni senza impegno per il matrimonio e la famiglia, nell’indifferenza e perfino nella violenza.
Bisogna stare in guardia contro l’inganno di un mondo che vuole sfruttare o far deviare la ricerca della felicità e del senso della vita.
Non bisogna aver paura di manifestare quei profondi desideri di felicità, di verità, di giustizia e di amore.
E’ giusto invece chiedere ai giovani di fare i conti con se stessi fino in fondo e di porsi le domande che cercano e danno un senso all’esistenza.
Occorre il coraggio di scuotere le proprie coscienze, di entrare in dialogo diretto, di provocare un interesse in grado di cambiare gli orizzonti della vita.
Non bisogna aver paura di rompere con i comodi e abituali modi di vivere, al fine di raccogliere la sfida di far conoscere la luce del proprio cuore ed alimentare la speranza e la fiducia nell’uomo e nel suo Creatore.
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